Paolo Ongaro

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Paolo Ongaro (Mestre, 22 giugno 1946) è un fumettista italiano.[1][2][3][4]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Esordì a 17 anni, nel 1964, inchiostrando le tavole realizzate a matita da Vladimiro Missaglia; scrive anche, in questo primo periodo, un racconto che verrà pubblicato da un settimanale milanese. Alla fine degli anni sessanta passa a collaborare con vari editori come Gino Sansoni, per il quale realizza alcune storie a fumetti pubblicate sulla rivista Horror.[3][1][4]

Dal 1970 inizia un'assidua collaborazione con diversi periodici per ragazzi come Intrepido e Il Monello dell a Editrice Universo e la Collana Eroica della Dardo;[1][3][4] dal 1971 al 1973 collabora con lo studio Staff di IF[senza fonte]; realizza poi negli anni varie storie per altre testate come Diabolik,[1][3] della quale inchiostra otto numeri disegnati da Sergio Zaniboni,[senza fonte] e poi Il Giornalino, il Corriere dei ragazzi oltre che SuperGulp! (1975) e la collana Storia d'Italia a fumetti di Enzo Biagi (1978) della Mondadori.[1][3] Con Biagi quest'ultimo collaborerà nel 1989 anche per La seconda guerra mondiale a fumetti.[senza fonte] Nella seconda metà degli anni settanta collabora anche con la testata Tarzan della Cenisio, e realizza storie belliche per la britannica Fleetway e per le serie Uomini e guerra e Supereroica dell'Editoriale Dardo, mentre per il Corrier Boy crea L'Immortale (poi ripubblicato due volte,[3][4] dapprima nel 1977 per la Nerbini con un cartonato di grande formato e in seguito dalla Nicola Pesce Editore;[senza fonte] per la Mondadori realizza la serie Agente Speciale Magnum pubblicata su Audax[4].

Negli anni ottanta realizza diverse storie a carattere sportivo per il Gazzettino dello Sport e per il Guerin Sportivo per i quali realizzala serie Azzurro con le biografie di grandi calciatori italiani, Il romanzo delle Olimpiadi (ristampato in volume da Mondadori nel 1996) e il Giallo della Formula uno, per il settimanale Autosprint.[1][3] Realizza inoltre le biografie a fumetti di altri miti dello sport come Platini, Boniek, Coppi e Rummenigge.

Per la casa editrice francese Larousse disegna le serie "La découverte du monde" e "Histoire du Far West" dal 1980 al 1987,[3][2][1][4] oltre a storie per L'Écho des Savanes e Pif[4]; nel 1986 inizia a disegnare storie per Topolino[3][4]. Sempre per la Disney, realizza con il mago Silvan i libretti "Speciale Magia".[senza fonte] Verso la fine degli anni ottanta fa ritorno alla Universo con Xenio e Rally, due serie apparse su Intrepido.[1][4] Per Lanciostory disegna invece la serie Old America, su testi di Andrea Mantelli.[4] Nei primi anni novanta entra nello staff della serie Martin Mystère, iniziando una lunga collaborazione[1][4]. Dal 2010 crea un fumetto Rici e Flay per il Centro Riciclo di Vedelago (Giano Editore) destinato a sensibilizzare i bambini alla raccolta differenziata. Nel 2012/2013 è ai disegni di tutti gli episodi di Caravaggio, per l'amore dell'arte, una serie a fumetti edita sulla rivista Skorpio (Editoriale Aurea), per i testi di Roberto Recchioni e Giulio Antonio Gualtieri.[senza fonte]

Oltre all'attività fumettistica Ongaro è attivo come pittore professionista e illustratore. Lavora con varie aziende collaborando per pubblicità e comunicazione. Si dedica in maniera continuativa a collaborazioni come illustratore e copertinista su riviste per Mondadori, Corriere della Sera-Rizzoli, Ed. Paoline, Fabbri, con quotidiani come Il Gazzettino, Il Giorno, Corriere dello Sport, Il Resto del Carlino, Tuttosport, La Nazione. Per Mondo Salute illustra gli articoli di Italo Cucci. Partecipa con ritratti e dipinti a trasmissioni di Canale 5 (partecipa alla trasmissione Jonathan, dimensione avventura, presentata da Ambrogio Fogar, con disegni su viaggi e avventure) e Rete 4 (realizza illustrazioni televisive per la trasmissioni Chi c'è c'è e Destini, illustrando la vita di Soraya).[senza fonte]

Oltre a quelle con IPC Media (Gran Bretagna) e con Larousse (Francia), ci sono state pubblicazioni in Spagna, Danimarca, Svezia e Norvegia.[senza fonte]

È inoltre stato pubblicato anche in Cina.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Paolo Ongaro, su sergiobonelli.it. URL consultato il 9 luglio 2019.
  2. ^ a b c Paolo Ongaro – De Bastiani Editore, su debastiani.it. URL consultato il 9 luglio 2019.
  3. ^ a b c d e f g h i FFF - Paolo ONGARO, su lfb.it. URL consultato il 9 luglio 2019.
  4. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Paolo Ongaro, su lambiek.net. URL consultato il 9 luglio 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN90399643 · ISNI (EN0000 0000 7835 001X · SBN VIAV099925 · GND (DE1112387552 · BNE (ESXX1053511 (data) · BNF (FRcb12629093w (data) · NSK (HR000756804 · CONOR.SI (SL41193827 · WorldCat Identities (ENviaf-90399643